In Europa il gemellaggio tra città iniziò a configurarsi come fenomeno organizzato dopo la seconda guerra mondiale. Per un breve periodo si confrontarono molteplici impostazioni di gemellaggio, ma già nel 1951 furono fondate le due organizzazioni destinate a rappresentarne i due modelli più significativi, in reciproca contrapposizione.

Il Consiglio dei Comuni d'Europa (CEM) fu istituito a Ginevra per iniziativa di un gruppo di sindaci europei ed aperto nel 1984 anche alle regioni, divenendo il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CEMR/CCRE). Durante la guerra fredda, il CEM mirava a promuovere l'unità europea anche in funzione antisovietica, curando in modo particolare le relazioni tra città appartenenti all'Europa occidentale.

Contestualmente venne fondata l'associazione Le Monde Bilingue, più tardi nota come Fédération Mondiale des Villes Jumelées e dal 1957 divenuta la Fédération Mondiale des Cities Unies (FMCU), in inglese United Towns Organisation (UTO), con l'intento di diffondere l'inglese e il francese quali principali lingue internazionali, mediante il supporto offerto a gemellaggi tra comunità dell'Europa occidentale, ma anche del blocco socialista, nonché appartenenti a paesi in via di sviluppo (specialmente africani).

Scopo primario dei gemellaggi degli anni cinquanta era porre le basi per una stabile e pacifica convivenza tra le nazioni europee, in particolare Francia e Germania, che nel periodo compreso tra la fine del conflitto mondiale e il 1963, anno in cui i due paesi giunsero a siglare un trattato di amicizia, sottoscrissero 120 gemellaggi franco-tedeschi.

La restaurazione della democrazia in paesi mediterranei quali Grecia, Portogallo e Spagna negli anni settanta e la loro adesione all'Unione Europea nel corso del decennio successivo ha recato nuovo impulso ai gemellaggi, i quali hanno contribuito a preparare questi paesi all'entrata nella UE. Dopo il 1989, con la caduta degli ex governi comunisti, una nuova ondata di gemellaggi ha accompagnato le trattative con gli stati dell'Europa orientale coronate dall'allargamento del 2004, il più grande nella storia dell'Unione.[1]

Nel 1988 il Parlamento europeo ha effettuato un'analisi sul gemellaggio tra città e il suo contributo alla creazione e al rafforzamento di un'identità europea che ha condotto, su iniziativa della parlamentare Nicole Fontaine, all'adozione di una relazione dedicata ai gemellaggi; l'anno successivo è stato varato il Programma di sostegno finanziario "Community Aid for Twinnings", coordinato dal Segretariato generale della Commissione europea.

Anche a livello mondiale, l'ONU ha incoraggiato i gemellaggi, considerandoli strumento prezioso per favorire la cooperazione internazionale e lo sviluppo delle comunità interessate, fin dal 1964, anno della risoluzione 1028 (XXXVII) dello United Nations Economic and Social Council (ECOSOC) - Town Twinning: means of international co-operation.[2] In seguito, il 1996 è stato testimone della nascita di World Associations of Cities and Local Authorities Coordination (WACLAC), che includeva l'International Union of Local Authorities (IULA), la United Towns Organisation (UTO) e altre otto associazioni attive nell'ambito del gemellaggio con l'obiettivo di fornire alle Nazioni Unite un interlocutore unico nel dialogo con le autorità locali. Tale ruolo è stato assunto nel 2004 da United Cities and Local Governments (UCLG) cui partecipa anche il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CEMR/CCRE), in rappresentanza degli enti locali europei.

In particolare, per quanto concerne l'attività del CEMR, nel 1991 si registravano in Europa 8.500 gemellaggi che interessavano, oltre agli allora 12 paesi membri dell'Unione, anche l'Austria e la Svizzera. Quindici anni dopo, nel 2006, i 35 paesi europei membri del CEMR avevano stipulato ben 17.000 gemellaggi. Come precedentemente ricordato, ragioni storiche giustificano l'intensa attività della Francia e della Germania nell'ambito dei gemellaggi (circa 6.000 per ciascuna delle due nazioni, più di un terzo dei quali sono gemellaggi franco-tedeschi); seguono, ognuna con circa 2.000 gemellaggi, Italia, Polonia e Regno Unito, mentre tra le popolazioni che più attivamente prendono parte alle attività previste nel quadro dei gemellaggi figurano quelle scandinave. Intensa è anche la partecipazione di stati europei esterni all'Unione, quali la Svizzera e la Norvegia. L'Italia, in particolare, ha stipulato 2.096 gemellaggi con gli altri stati membri del CEMR.[3]

Attualmente il CEMR, cui partecipano 39 stati,[4] è la maggiore organizzazione di autorità locali e regionali in Europa; vi afferiscono più di 50 associazioni nazionali di città e regioni, che complessivamente rappresentano circa 100.000 autorità locali e regionali. Dal 10 al 12 maggio 2007 il CEMR ha organizzato a Rodi un'importante conferenza sul tema del gemellaggio intitolata Twinning for tomorrow's world, cui hanno preso parte più di 500 delegati provenienti da tutta l'Europa, in prossimità dell'inaugurazione da parte della Commissione europea del Programma "Europa per i cittadini" 2007-2013, tra i cui obiettivi rientra anche il finanziamento dei gemellaggi.


[1] Nel 2004 sono entrati nell'UE: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.

[2] United Nations Economic and Social Council (ECOSOC), Resolutions. Supplement N. 1, Official records, thirthy-seventh session, 13 July-15 August 1964, New York 1964, pp. 28-29;

http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/NR0/760/56/IMG/NR076056.pdf?OpenElement

[3] Dato aggiornato a ottobre 2007.

[4] Albania, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria.